Negli ultimi decenni evoluzione tecnologica e globalizzazione hanno fatto emergere nuovi bisogni e quindi nuove professioni, accanto a quelle “tradizionali”, molte delle quali senza una chiara riconoscibilità e senza regole che ne definiscano qualificazione, competenze, tutela.

ISO, CEN e UNI hanno dunque nel tempo varato numerose iniziative di qualificazione delle attività professionali. Una base sulla quale molte commissioni tecniche UNI hanno ormai definito un consistente pacchetto di norme.

Anche il legislatore ha riconosciuto l’importanza di questa attività di normazione, in particolare per quanto concerne le professioni non regolamentate: in questo specifico ambito la legge 4/2013 Disposizioni in materia di professioni non organizzate applica il principio di sinergia tra legislazione e normazione tecnica e con l’articolo 6 rimanda alle norme UNI per definire i principi e i criteri che disciplinano l’esercizio autoregolamentato dell’attività professionale.

Per le organizzazioni che rappresentano i professionisti e le professioniste di oggi è quindi importante partecipare ai lavori degli organi tecnici, conoscere le norme che riguardano la propria professione e promuoverle. Perché anche attraverso lo strumento della normazione passa quella qualificazione professionale che può essere un autentico valore aggiunto sul mercato in termini di riconoscibilità e portabilità delle competenze.