Notizie | 18 Novembre 2024
Sistemi alimentari sostenibili: valorizziamo la Dieta Mediterranea
Il 16 novembre 2010 la Dieta Mediterranea viene riconosciuta come Patrimonio culturale immateriale dall’UNESCO. E per celebrare la ricorrenza, pubblichiamo la UNI/PdR 170…
Sono passati 14 anni da quando la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dall’UNESCO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura).
Un traguardo indubbiamente significativo, insieme simbolico e concreto, perché – come riportato testualmente nella decisione adottata il 16 novembre del 2010 – “la Dieta Mediterranea costituisce un insieme di abilità, conoscenze, pratiche e tradizioni che spaziano dal paesaggio alla tavola, che comprendono le coltivazioni, il raccolto, la pesca, la conservazione, la lavorazione, la preparazione e, in particolare, il consumo degli alimenti“.
Insomma, la Dieta Mediterranea non riguarda esclusivamente gli alimenti ma è qualcosa di ben più complesso e articolato. Non a caso il termine “dieta” deriva dal greco “diaita” (δίαιτα), che può essere tradotto come “modo di vivere“, includendo pertanto tutti quei fattori sociali e culturali che permeano l’esistenza nel suo complesso. E che convergono verso un concetto particolarmente attuale: la sostenibilità.
Per questo da tempo, nei nostri documenti pre-normativi, ci siamo occupati anche di Dieta Mediterranea nell’intento di specificarne le caratteristiche e delineare così i contorni di quello che viene considerato il modello alimentare più sostenibile al mondo.
Nel dicembre del 2016 vide quindi la luce la UNI/PdR 25 “Dieta Mediterranea patrimonio immateriale UNESCO – Linee guida per la promozione di uno stile di vita e di una cultura favorevole allo sviluppo sostenibile”.
Ora, sempre con la collaborazione dell’Osservatorio Dieta Mediterranea, pubblichiamo la UNI/PdR 170 “Linee guida per la valorizzazione della Dieta Mediterranea – Modello per sistemi alimentari sostenibili”.
Il documento, basato sulla precedente prassi di riferimento del 2016, ne ha rivisitato i contenuti enfatizzando quegli elementi innovativi capaci di far fruire alle comunità e al sistema socioeconomico tutti i benefici insiti nella Dieta Mediterranea, che nei suoi elementi di sostenibilità concorre alla realizzazione degli obiettivi della Agenda ONU 2030.
Sebbene vanti una tradizione molto antica, la Dieta Mediterranea ha ovviamente attraversato nei secoli una naturale evoluzione, ma è giunta fino a noi conservando quelle caratteristiche di salubrità, economicità, rispetto della natura e basso impatto ambientale (grazie all’uso predominante di prodotti agricoli locali) che la scienza ha messo in giusta evidenza.
Insomma, la Dieta Mediterranea è certamente sinonimo di buona salute, ma anche di attenzione agli equilibri naturali grazie a un limitato impatto sui suoli, sulle risorse idriche e sulle emissioni di gas ad effetto serra.
La nuova prassi di riferimento fornisce quindi degli indirizzi operativi per i diversi soggetti interessati alla valorizzazione della Dieta Mediterranea e indica le modalità (azioni concrete, attività…) per salvaguardare e trasmettere nel tempo, alle future generazioni, i valori intangibili propri di questo modello di sostenibilità alimentare.
Questo si inserisce perfettamente in un quadro di piena adesione ai principi dell’Agenda ONU 2030, che individua il modello di sviluppo sostenibile come l’unico in grado di garantire un futuro al nostro pianeta.
Insomma, l’adozione dei requisiti contenuti nella UNI/PdR 170 ora pubblicata spinge ad un impegno concreto per la sostenibilità. Per questo gli elementi per l’applicazione dei principi della Dieta Mediterranea (di cui si parla diffusamente nel paragrafo 6 del documento) coinvolgono diversi ed eterogenei settori: dalla ristorazione alla scuola, dalle imprese agroindustriali al turismo.
La UNI/PdR 170 è liberamente scaricabile dal nostro Catalogo, previa registrazione.
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