Notizie | 24 Gennaio 2024
Norme come supporto al diritto: un esempio
Il recente contratto collettivo nazionale di lavoro del doppiaggio cita la UNI 11591.
Più volte abbiamo parlato di quel “circolo virtuoso” che lega l’attività legislativa a quella normativa, facendo con questo riferimento alla sinergia tra leggi e standard, laddove le prime fissano regole e principi e i secondi li traducono in requisiti specifici e aspetti pratici di maggior dettaglio.
Se dunque le prescrizioni di legge possono trovare la loro concreta declinazione nelle norme tecniche, è evidente che uno dei grandi valori della normazione risiede proprio nella sua funzione di semplificazione del sistema, perché un suo corretto richiamo rende più facile l’applicazione delle leggi stesse e più veloce e automatico il loro aggiornamento.
Questo ruolo di semplificazione si concretizza non solo nei provvedimenti legislativi, ma anche in quelle fonti del diritto – come i contratti collettivi nazionali – che regolano il mondo del lavoro.
Un esempio recente in tal senso ci viene proprio dal CCNL dei doppiatori laddove all’articolo 2, che classifica le figure professionali a cui si applica il contratto, alla voce “Adattatore dialoghista” viene citata la “norma UNI 11591:2022“.
Questa definisce infatti i requisiti – in termini di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità – di chi opera nel campo della traduzione e dell’interpretazione, ossia dei “professionisti che rendono possibile la comunicazione tra diverse realtà linguistiche e culturali“, incluso l’adattatore dialoghista.
Si tratta di un classico esempio di norma relativa alle attività professionali non regolamentate (le cosiddette APNR), come tale riconosciuta dalla legge 4/2013 (“Disposizione in materia di professioni non organizzate”) che all’articolo 6 rimanda proprio alle norme UNI per definire i principi e i criteri che disciplinano l’esercizio autoregolamentato dell’attività professionale (vd. Professioni e normazione).
In questo caso il corretto richiamo alla UNI 11591:2022 (è stata infatti pubblicata nel luglio di due anni fa) consente di definire in maniera chiara la figura professionale a cui il CCNL si applica, fornendo un riferimento oggettivo e condiviso. Nella norma, infatti, l’adattatore dialoghista rappresenta il nono profilo specialistico ed è così definito al punto 3.59.4: “Professionista cui è affidato l’adattamento, ovvero la traduzione e la riscrittura creativa, dei dialoghi di opere audiovisive o e/o multimediale da una lingua-cultura di partenza a una lingua-cultura di arrivo”.
Segnaliamo che in tema di citazione di norme UNI relative al settore della qualificazione delle professioni, proprio nelle scorse settimane abbiamo reso disponibili delle Linee Guida rivolte alla Pubblica Amministrazione: un contributo che reputiamo utile per migliorare quei meccanismi di sinergia che possono rendere più efficaci le norme tecniche come strumento di semplificazione, aggiornamento, innovazione.
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