
Notizie | 15 Aprile 2024
Made in Italy: un emblema di qualità con un grande futuro
Da oggi, fino a venerdì, si tengono numerose iniziative per celebrare le eccellenze del nostro Paese nella produzione di beni e servizi. Dalla legge 206/2023 al ruolo della normazione, sosteniamo un brand riconosciuto a livello globale.
Oggi è la Giornata Nazionale del Made in Italy, istituita per celebrare le eccellenze del nostro Paese.
Nel giorno della nascita di Leonardo da Vinci, uno dei personaggi che rappresentano l’emblema del genio italiano nel mondo, si è voluto dunque dare rilievo all’importanza di un “brand” riconosciuto a livello globale.
Da qui al 21 aprile – quindi per tutta la settimana – si terranno numerose iniziative per valorizzare uno dei punti di forza della nostra realtà economica e sociale.
Un marchio che indica qualità e creatività, ma che – sebbene sia il frutto di una solida tradizione di cui è giusto andare orgogliosi – non va dato per scontato bensì opportunamente coltivato, incentivato e valorizzato.
Proprio nella consapevolezza che in questo ambito si giocano significative sfide per l’economia del nostro Paese, al tema del Made in Italy abbiamo voluto dedicare l’ultimo numero della nostra rivista STANDARD, che si apre con un editoriale del Ministro Adolfo Urso il quale, prendendo spunto dalla recente promulgazione della legge 206/2023 (“Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy”), entrata in vigore l’11 gennaio scorso, ricorda quanto sia importante creare le condizioni necessarie affinché “un marchio da sempre sinonimo di bello, buono e ben fatto” possa dispiegare le sue potenzialità anche in futuro.
E parlando di “bello, buono e ben fatto” non possiamo non richiamare quel “mondo fatto bene” che è il principio ispiratore della normazione.
In questo senso non è un caso se – come sottolinea il nostro Direttore generale Ruggero Lensi – lo scopo della citata legge 206/2023 sia del tutto coerente con quello della strategia di normazione UNI, che mira a consolidare ed esportare le migliori pratiche italiane in tutti i campi della produzione di beni e servizi.
Possiamo a tutti gli effetti parlare di una ennesima conferma di quella virtuosa sinergia tra norme e leggi che può essere un prezioso valore aggiunto.
Che “fatto a norma” significhi qualità (ma non solo: anche sicurezza, sostenibilità, etica…) lo conferma proprio l’articolo 16 della legge 206/2023, che impegna ben tre Ministeri (delle imprese e del made in Italy, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’ambiente e della sicurezza energetica) a definire “criteri per la misurazione del livello qualitativo dei prodotti“, raccomandando le amministrazioni pubbliche ad utilizzarli per la “valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa” nei contratti di fornitura.
Insomma: le norme tecniche contribuiscono a fissare un benchmark che il mercato non può ignorare.
Made in Italy è quindi sinonimo di qualità. E in questa parola, così tanto evocativa nel mondo degli standard, si condensano altri concetti di inestimabile valore come cultura, esperienza, saper fare.
La normazione aiuta a preservarli e a rinnovarli, proiettando nel futuro una lunga tradizione di eccellenza.
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