Notizie | 13 Ottobre 2020

Facilità di decontaminazione di un materiale

UNI1608699 tratta un metodo per valutare la facilità di decontaminazione di un materiale/superficie contaminato da sostanza radioattiva.

 radioactive materialsIl progetto UNI1608699, entrato il 13 ottobre nella fase dell’inchiesta pubblica preliminare, tratta un metodo per valutare la facilità di decontaminazione di un materiale/superficie contaminato da sostanza radioattiva.

Dal titolo “Misure di radioattività – Radionuclidi beta e gamma emettitori – Metodo per valutare la facilità di decontaminazione di un materiale”, il progetto della Commissione Tecnologie nucleari e radioprotezione rappresenta l’adozione della ISO 8690:2020 e sostituisce la norma UNI ISO 8690:2007.

L’adozione del documento è di interesse nazionale in quanto nel nostro Paese sono impiegate – in attività produttive, nucleari e non nucleari, e in quelle sanitarie – sostanze radioattive non sigillate che potrebbero portare alla contaminazione delle superfici e oggetti negli ambienti di utilizzo.

Il metodo descritto è un test di laboratorio rapido che ha lo scopo di confrontare la facilità di decontaminazione di diversi materiali e si applica a superfici contaminate da sostanze radioattive. La facilità di decontaminazione di una superficie senza danneggiamento è una proprietà e un importante criterio per la selezione dei materiali utilizzati nell’industria nucleare, negli impianti di stoccaggio temporaneo o di smaltimento di materiali radioattivi.

La necessità sentita è quella di poter utilizzare in Italia una norma tecnicamente condivisa fra esperti internazionali, dove le tecniche descritte sono ampiamente in uso. L’omogeneizzazione delle terminologie e l’approfondimento tecnico da parte degli addetti ai lavori potrà permettere una maggiore armonizzazione anche a livello nazionale.

Il progetto si trova nella fase dell’inchiesta pubblica preliminare. Entro il 27 ottobre 2020 – data di fine inchiesta – chi fosse interessato può inviare i propri commenti a UNI attraverso le pagine web dell’Inchiesta pubblica preliminare.