Notizie | 13 Gennaio 2021

Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi: partiamo con una terminologia comune

In inchiesta pubblica finale un progetto di norma sulla terminologia relativa alla disattivazione degli impianti nucleari e ai loro rifiuti.

Fino al 15 febbraio è in inchiesta pubblica finale il progetto di norma UNI sui termini relativi al decommissioning degli impianti nucleari e alla gestione dei loro rifiuti.

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In questi giorni che vedono un acceso dibattito ospitato dai media sulla futura collocazione dei siti idonei per il “Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi”, si trova in fase di inchiesta pubblica finale (guarda la banca dati) il progetto di norma UNI 1604803 che definisce la terminologia relativa all’attività di disattivazione degli impianti nucleari (decommissioning) e alla gestione dei rifiuti da esse derivanti.

frase nuclear wasteIl progetto “Disattivazione impianti ed installazioni nucleari – Gestione e smaltimento dei residui radioattivi – Glossario” è frutto del lavoro della Commissione “Tecnologie Nucleari e Radioprotezione” e rimarrà in inchiesta pubblica finale – ovvero la fase finalizzata a raccogliere i commenti degli operatori e a ottenere il consenso più allargato possibile prima che il progetto diventi norma – fino al 15 febbraio 2021.

Lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti radioattivi a chiusura del loro ciclo di vita è da sempre un tema “caldo” insieme a quello della restituzione dei siti privi di vincoli di natura radiologica: sono pratiche che coinvolgono e coinvolgeranno in futuro un numero importante di competenze tecnico-gestionali, chiamate di volta in volta a dare il proprio contributo specialistico alla risoluzione delle problematiche emergenti e cogenti.

Per adeguare la terminologia italiana alle direttive europee è necessario un glossario dedicato alla disattivazione degli impianti nucleari e alla gestione dei rifiuti radioattivi.
Il documento si propone di mettere a disposizione degli addetti uno strumento di immediata consultazione che – basato sulle terminologie già disponibili, opportunamente verificate e integrate – fornisca un glossario coerente con un quadro complessivo aggiornato delle fasi di disattivazione delle installazioni nucleari e del ciclo di vita dei rifiuti radioattivi.

Il progetto di norma UNI è il frutto del lavoro di circa tre anni della Commissione, che ha analizzato le definizioni derivanti da norme UNI precedenti, da leggi, decreti e normativa nazionale, da standard internazionali dell’Agenzia Atomica AIEA, dell’ISO, della IEC e delle guide tecniche dell’Autorità di Sicurezza”, commenta Massimo Sepielli, Presidente della Sottocommissione UNI “Terminologia nucleare” e Dirigente di Ricerca – Direzione Dipartimento Fusione e Sicurezza Nucleare dell’ENEA. “L’obiettivo è realizzare un corpo unico di definizioni, organico e comune per gli operatori, gli enti, le imprese e in generale tutti gli attori che parteciperanno al decommissioning delle centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile e alla localizzazione, progettazione e realizzazione del DNPT (Deposito Nazionale e Parco Tecnologico). Il glossario comprende più di 250 termini e verrà pubblicato proprio in concomitanza con la pubblicazione della CNAPI, la carta dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale”.

La Commissione “Tecnologie Nucleari e Radioprotezione” UNI opera da circa 60 anni, su quattro filoni principali:

  • protezione dalle radiazioni, per il quale la Commissione ha pubblicato circa 130 norme,
  • impianti nucleari, per il quale si contano circa 40 norme (numero ridotto dovuto alle scelte del Paese) tra le quali tre norme sul Deposito Finale per i Rifiuti Radioattivi,
  • gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi, con il quale la Commissione ha anticipato gli organismi internazionali (la prima norma in materia risale alla metà degli anni ’90), che conta oltre 20 norme,
  • terminologia.

Il glossario di radioprotezione ha costituito una pietra miliare nel campo e così si spera avvenga con il glossario dei termini connessi con la gestione dei rifiuti radioattivi”, conclude Massimo Sepielli.