Notizie | 15 Novembre 2023

European Equal Pay Day – Un passo alla volta verso la parità

In occasione della Giornata Europea per la parità retributiva, una riflessione sui traguardi, gli strumenti e i percorsi da intraprendere in tema di “gender equality”.

Secondo l’ultimo rapporto sulla parità di genere del World Economic Forum (WEF, 2021), nessun paese al mondo ha colmato il “gender gap”.

Un dato sconfortante? Non necessariamente, se si considerano i passi che pian piano sono stati compiuti rispetto a pochi anni fa.

Ma partiamo da una analisi di contesto: quali sono le cause del divario salariale di genere secondo le recenti ricerche europee?

Il contesto

Stereotipi, pregiudizi, ma soprattutto barriere culturali e scarse opportunità sono i principali motivi di un tale disparità: gli impegni familiari che impediscono o dimezzano le ore lavorative come il part time, l’accesso all’istruzione e di conseguenza le opportunità di lavoro con un reddito maggiore, ma anche la bassa presenza di donne nei ruoli di rilievo in azienda contribuiscono ad aumentare il divario tra uomo e donna.

Nel nostro Paese la disoccupazione femminile è molto alta, e le donne che lavorano sono più istruite e hanno un reddito più elevato: questione che mette in risalto un’ulteriore componente di disparità tra il genere femminile, differenziando chi può accedere al mondo del lavoro e chi no.

Ma anche grazie a specifiche attività pre-normative e normative si possono fare notevoli passi in avanti, a beneficio tanto delle imprese che della società civile nel suo complesso.

Gli strumenti a disposizione

Parliamo della UNI PdR 125:2022, la prassi di riferimento che fornisce delle linee guida per un sistema di gestione per la parità di genere e che dedica uno spazio specifico al gender pay gap: il Capitolo 6.3.2.3 EQUITÀ SALARIALE indica infatti che ogni azienda deve dotarsi di un mansionario che completi e dettagli quello generico dei CCNL per la segnalazione da parte dei/delle dipendenti di eventuali disparità retributive.

In tal senso è anche essenziale predisporre un meccanismo di controllo per evitare pratiche che non corrispondano a quanto dichiarato in termini di politiche non discriminatorie: è dunque necessario informare periodicamente i/le dipendenti delle politiche retributive adottate in azienda, anche con riferimento a benefit, bonus, programmi di welfare.

A questo proposito, ogni azienda che abbia a disposizione uno specifico programma di welfare deve considerare le esigenze delle persone di ogni genere ed età.

Ed è grazie all’adozione di appropriati KPI (Key Performances Indicator – Indicatori chiave di prestazione) che sarà possibile contribuire a raggiungere una autentica parità di genere all’interno della propria organizzazione.

Va ricordato infine che, oltre che la doverosa promozione di un cambiamento socio-culturale del tutto necessario, l’attenzione al tema della “gender equality” rappresenta anche un forte e oggettivo tema di sviluppo economico, visto che le aziende che adottano sistemi di gestione per la parità di genere hanno anche riscontri positivi in termini di produttività e fatturato.

Ne ha parlato recentemente Elena Mocchio, Responsabile Innovazione & Sviluppo UNI, lo scorso 10 novembre in occasione dell’ultimo incontro di HERConomy:

Anche in UNI facciamo la nostra parte: l’Ente per primo si impegna attivamente nell’applicazione delle politiche di inclusione, grazie all’adozione della UNI/PdR 125, l’adesione alla Gender Responsive Standards Declaration e alla partecipazione come partner a Fondazione Libellula, un network di aziende che mira a prevenire e contrastare la violenza sulle donne e la discriminazione di genere.

Un impegno quotidiano e concreto che è anche oggetto di un documento liberamente consultabile e di cui auspichiamo la più larga diffusione: “Diversità, inclusione e pari opportunità: la nostra politica”.

Un nuovo bando per i contributi

Ma oggi, Giornata Europea per la parità salariale, è l’occasione perfetta anche per annunciare una nuova importante iniziativa da parte delle istituzioni: il Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO) ha reso pubblico, tramite il soggetto attuatore Unioncamere, l’Avviso che consente alle organizzazioni di ottenere dei contributi per ricevere assistenza tecnica e di accompagnamento per ridurre il divario di genere in impresa, attraverso l’ottenimento della Certificazione di Parità di Genere sulla base della Prassi di Riferimento UNI/PdR 125:2022.

Tali contributi sono finanziati dall’UE nell’ambito dello strumento Next Generation EU e inclusi nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per agevolare il processo di certificazione della parità di genere delle micro, piccole e medie imprese, a valere sulle previsioni della Missione 5 “Coesione e Inclusione”.

Nell’Avviso Pubblico vengono specificati i criteri e le modalità per la concessione dei contributi che potranno essere richiesti dal 6 dicembre 2023 al 28 marzo 2024 seguendo un’apposita procedura messa a punto dal Sistema camerale e concordata con il DPO.

I contributi ammontano complessivamente a 8 milioni di euro, dei quali due milioni e mezzo per contributi sotto forma di voucher per servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione e cinque milioni e mezzo sotto forma di servizi di certificazione.

Ricordiamo che la certificazione del sistema di gestione per la parità di genere prevede anche il rilascio del Marchio UNI: un marchio che attesta la conformità a requisiti stabiliti da UNI attraverso le sue norme e prassi di riferimento, concesso alle organizzazioni dagli organismi di certificazione licenziatari, accreditati da Accredia per la UNI/PdR 125.

 

 

 

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