UNI/TS 11820:2022: quanto conosci la norma?
La norma tecnica dedicata alla Misurazione della circolarità spiega i metodi ed indicatori per la misurazione dei processi circolari nelle organizzazioni. Abbiamo raccolto le domande più frequenti per comprendere e conoscere i dettagli in ogni suo punto.
Da quando è in vigore e dove trovo la specifica tecnica UNI/TS 11820?
La specifica tecnica è disponibile nel catalogo UNI dal 30 novembre 2022, a questo link.
Cosa significa “TS” nella sigla UNI/TS 11820?
La sigla “TS” sta per “Technical Specification” cioè “Specifica Tecnica”. Si tratta di un tipo di documento normativo che contiene requisiti ed è pubblicato allo scopo di poter acquisire la necessaria esperienza derivante dalla sua applicazione.
Esiste del materiale informativo che spiega i contenuti della specifica tecnica?
Il video dell’evento di presentazione della specifica tecnica è disponibile nel canale YouTube @normeUNI, a questo link. Le presentazioni sono disponibili sul canale SlideShare di UNI a questo link.
La norma è applicabile da qualsiasi tipo di organizzazione?
Si, è applicabile a qualsiasi tipo di organizzazione o gruppo di organizzazioni. Esistono due tipologie di assessment: uno per le organizzazioni che producono beni, uno per quelle che erogano servizi.
La UNI/TS 11820 è applicabile fuori dall’Italia?
Trattandosi di un “prodotto della normazione” (in dettaglio, di una specifica tecnica) il suo carattere è volontario, quindi può essere utilizzata anche all’estero.
Con quali criteri un’organizzazione deve scegliere preliminarmente il perimetro sul quale verificare il grado di circolarità?
La scelta del perimetro di applicazione dipende dagli obiettivi della misurazione. Ad esempio può valutare il livello di circolarità di uno stabilimento, di un’organizzazione o di un gruppo di organizzazioni. Dalla scelta del perimetro dipendono gli input e gli output e dunque i valori degli indicatori di circolarità.
In caso di un’azienda con diverse unità operative, è preferibile calcolare il livello di circolarità per singola unità o in modo aggregato sull’intera azienda?
Dipende dall’obiettivo dell’analisi. Si raccomanda, laddove dove possibile, di focalizzarsi sull’intera organizzazione, in un’ottica di miglioramento continuo.
Gli indicatori selezionati sono stati confrontati con gli SDGs dell’Agenda ONU 2030?
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono stati presi in considerazione come base per lo sviluppo dei principi dell’economia circolare, sui quali si basano gli indicatori.
Per la valutazione di conformità di terza parte, un’organizzazione deve compilare tutti i 71 indicatori?
Gli indicatori totali sono divisi in 3 tipologie: core (obbligatori), specifici (obbligatorio compilarne almeno il 50%) e premianti (facoltativi). Il numero minimo di indicatori da compilare ammonta a 33 per le organizzazioni che producono beni, 27 per quelle che erogano servizi. Questo vale per le valutazioni di conformità di prima, seconda e terza parte.
Come vengono considerati nei requisiti i fornitori e terzisti della azienda, che contribuiscono significativamente ai prodotti/servizi realizzati?
Sono presenti 2 indicatori che trattano diversi aspetti sulla relazione tra l’organizzazione e i sui fornitori e terzisti, legati all’approvvigionamento di beni e/o servizi.
C’è una riconciliazione della specifica tecnica UNI con documenti per il reporting della sostenibilità come GRI o SASB-IR?
Si, esiste un indicatore che tratta il tema della comunicazione della sostenibilità attraverso diversi strumenti come report o dichiarazioni non finanziarie (pur non indicando una lista di tali strumenti, che devono comunque rispettare i requisiti di qualità dei dati).
È prevista una misurazione strutturata e comparabile dei benefici economici materiali e immateriali della transizione circolare (che potrebbe aiutare a coinvolgere stabilmente le aziende, specie le PMI)?
La specifica tecnica non prevede la misurazione dei benefici materiali e immateriali. Il rapporto tecnico UNI/TR 11821 contiene informazioni di questo tipo derivanti da un’analisi di diverse buone pratiche a livello italiano.
Per valutare in modo omogeneo diverse organizzazioni la norma prevede metodologie e regole comuni di valutazione adattabili alla situazione particolare?
La specifica tecnica è stata progettata proprio in questo modo. Molti indicatori sono stati elaborati partendo da tale approccio. Tra i metodi, gli approcci, le linee guida o gli standard esistenti che aggiungono ulteriori informazioni e dati al modello di misurazione e valutazione della circolarità (definito in relazione all’ambito e agli obiettivi definiti) c’è proprio il Life Cycle Assessment.
Categoria 01: indicatori connessi alle risorse materiche e ai componenti (01-10)
Indicatore 02: Per il localismo del fornitore è corretto considerare le sedi operative? Nel caso in cui si volesse fare un assessment di sito controllato estero, può avere senso un vincolo di localismo sulla nazione in cui è ubicata la controllata estera?
Una volta scelto il perimetro di valutazione, viene definite come fornitore locale il fornitore situate a 100 km dal luogo in cui il bene o il servizio è utilizzato, all’interno del perimetro di valutazione. È corretto considerare la sede operativa e non la sede legale.
Indicatore 03: Quali possono essere dei sistemi di tracciamento validi?
Alcuni esempi possono essere la catena di custodia o una blockchain con processi di inserimento dati verificati.
Indicatori 03 e 04: Per risorse materiche in ingresso si intendono anche i sottoprodotti?
Nell’indicatore 3, come specificato, vanno considerate tutte le risorse materiche in ingresso, nell’indicatore 4 i sottoprodotti e/o le risorse materiche secondarie in ingresso (i sottoprodotti sono stati inclusi per sottolineare il fatto che devono essere considerati).
Indicatore 05: “Materia prima rinnovabile” compare nei Termini e Definizioni o come “risorsa materica rinnovabile”, è corretto? Se così fosse, il concetto di rinnovabilità sarebbe applicabile anche a sottoprodotti e risorse materiche secondarie?
Ci sono due diverse definizioni, 3.33 e 3.40. Per il numeratore considerare la definizione 3.33, per il denominatore dell’indicatore 5 considerare la definizione 3.39.
Categoria 02. Indicatori connessi alle risorse energetiche ed idriche (11-15)
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Categoria 03. indicatori connessi ai rifiuti e alle emissioni (16-21)
I dati sui rifiuti vengono richiesti anche per le aziende di servizi, nonostante queste possano in alcuni casi produrre esclusivamente rifiuti assimilabili agli urbani non rendicontabili attraverso MUD. Di conseguenza il dato potrebbe non essere disponibile nella maggior parte dei casi. Quale ritenete essere la gestione più adatta a tale problematica?
In questo caso utilizzare i dati di raccolta dei rifiuti urbani del Comune di appartenenza. In caso di organizzazioni multi-sito pesare i risultati in base al numero di dipendenti medio (se disponibile, altrimenti il valore nominale) per ciascun sito.
Indicatore 16: Perché la formula di calcolo di questo indicatore inizia con “1-“?
Ciascun indicatore deve esprimere un valore di circolarità proporzionale al valore dell’indicatore stesso (più è alto il valore dell’indicatore, più è alto il livello di circolarità di quell’indicatore).
Senza il “1-“ l’indicatore calcolerebbe la “% di rifiuti conferiti in discarica rispetto al totale dei rifiuti prodotti”. L’indicatore vuole calcolare il complementare “% di rifiuti NON conferiti in discarica rispetto al totale dei rifiuti prodotti”.
Indicatori 16 e 17: Per questi indicatori i rifiuti urbani possano essere gestiti con dati aggregati provenienti dalle aziende deputate ai servizi nel comune di pertinenza?
Si, questi dati, se non se ne posseggono altri (es. soggetti privati che monitorano la raccolta rifiuti) possono provenire dalle aziende deputate ai servizi nel Comune di pertinenza. Per l’Italia si può fare riferimento al Catasto Nazionale Rifiuti di ISPRA.
Indicatore 19: In questo caso, come evidenza, è necessaria la certificazione o basta calcolo fatto da azienda?
Dipende dal livello di garanzia: più è elevato più sarà necessaria la certificazione.
Categoria 04. Indicatori connessi alla logistica (22-27)
Indicatore 22: Per le organizzazioni di produzione il calcolo è fattibile, recuperando i dati da formulari. Per le organizzazioni che producono solo rifiuti urbani, ammesso che ci sia disponibilità di dati, si può assumere quanto detto per i KPI 16 e 17 nell’utilizzo di dati forniti dalle aziende locali?
Nel caso non vi siano fonti pubblici da cui reperire il dato è consentito tralasciare i rifiuti urbani (nel calcolo dei KPI sia al numeratore che al denominatore).
Indicatore 23: In questo caso per “risorse in ingresso” si intendono a materie prime o anche a risorse materiche secondarie e sottoprodotti?
Il termine “risorse in ingresso” equivale a tutte le risorse materiche incluse materie prime, secondarie e sottoprodotti.
Indicatori 23 e 24: Cosa si intende per risorsa in ingresso soggetta a logistica inversa?
Nel caso di risorsa in ingresso soggetta a logistica inversa si intende una risorsa che a fine vita verrà restituita all’azienda dalla quale è stata acquisita o che rientra dall’azienda alla quale è stata ceduta? Lo stesso dubbio, complementarmente, vale per le risorse in uscita soggette a logistica inversa.
Per risorsa in ingresso soggetta a logistica inversa vedere la definizione 3.75 (è una risorsa che proviene da catena di recupero di qualche tipo). No, nel caso di risorse in ingresso soggette a logistica inversa possono provenire anche da altre organizzazioni.
Ugualmente, le risorse in uscita soggette a logistica inversa possono essere impiegate in ambiti esterni all’organizzazione.
Indicatore 25: Se la mia organizzazione non trasporta merci, come compilo l’indicatore?
Si raccomanda di compilare l’indicatore solo nel caso di organizzazioni che trasportano merci come attività principale.
Indicatore 25: Come può essere calcolato?
La capacità di carico può essere misurata in massa o in volume. L’indicatore è specifico, proprio perché non è detto che il dato sia facilmente reperibile. Se il dato non è disponibile perché la logistica non è internalizzata oppure perché il fornitore non lo fornisse si raccomanda di non compilare l’indicatore. Si raccomanda di compilare l’indicatore solo nel caso di organizzazioni che trasportano merci.
Categoria 05. Indicatori connessi al prodotto/servizio (28-55)
Indicatore 28: La dicitura: “Procedure e processi d’acquisto, utilizzate da organizzazioni private o pubbliche, per acquisire beni e servizi a minor impatto ambientale” sembra molto generica. Si deve fare riferimento a definizioni più specifiche? Un sottoprodotto, una risorsa materica secondaria o una materia prima con certificazione di sostenibilità sono tutti automaticamente acquisti verdi? Bisogna fare riferimento a etichette ambientali?
La dicitura è appositamente generica. Come da definizione, rientrano negli acquisti verdi “procedure e processi d’acquisto, utilizzate da organizzazioni private o pubbliche, per acquisire beni e servizi a ridotto impatto ambientale”.
Per le organizzazioni private, valutare diversi elementi tra i quali i criteri enunciati nelle procedura o processi o specifiche di acquisto nel settore di riferimento (per le organizzazioni pubbliche occorre applicare i CAM ove disponibili).
Indicatore 33: L’indicatore chiede se sono presenti sistemi di contabilizzazione delle risorse. Quali risorse?
Qualunque risorsa come da definizione: materica, idrica e energetica.
Indicatore 33: I sistemi di contabilizzazione non automatici sono accettabili? Esiste una soglia minima per il SI o il NO?
I sistemi di contabilizzazione non automatici sono accettabili. Si raccomanda criterio di significativa rappresentatività e al di là delle contabilizzazioni tramite fornitori di energia e acqua. Ad esempio: l’organizzazione effettua il bilancio materico, energetico e idrico?
Indicatore 34: Quali evidenze bisogna richiedere ai fornitori per confermare che i loro prodotti e servizi sono riferiti a modelli di business circolari?
Le evidenze sono intrinseche all’interno dei singoli modelli che comunque devono comprovare una logica di circolarità (ad esempio procedure, contratti e accordi formali). Si raccomanda criterio di significativa rappresentatività. Le materie prime sono escluse da tutti gli indicatori della categoria prodotti/servizi in quanto già trattate nella prima categoria di indicatori.
Indicatori 34 e 35: Nei modelli di business circolari, bisogna considerare anche la simbiosi industriale?
No, in quanto la simbiosi industriale è già considerata in altri indicatori.
Indicatore 39: Entro che limiti si può accettare un «si»? Ad esempio si potrebbe definire una soglia % prodotti su cui ho fatto studi per allungamento della vita utile? Per le commodities (energia) come posso applicarla? Si può escludere?
L’indicatore è “si” se sono fornite evidenze di allungamento della vita utile del prodotto (ad es. aggiornamento schede tecniche di prodotto o documentazione di strategia come la politica dell’organizzazione). L’energia si può escludere.
Indicatore 41: Per prodotti «escluse le materie prime»: dobbiamo intendere tutto l’acquistato/procurato escluse le materie prime?
Le materie prime sono escluse da tutti gli indicatori della categoria prodotto/servizio in quanto già trattate nella prima categoria.
Indicatori 43, 44 e 45: C’è una soglia logica sotto la quale non si può far valere 1 questo indicatore?
No, non c’è una soglia logica.
Indicatore 48: Nel conteggio dell’indicatore, devo considerare rifiuti e prodotti?
I rifiuti, se classificati come tali, devono essere esclusi dal conteggio. Se il rifiuto viene ceduto a un gestore ambientale che lo recupera tramite percorsi di simbiosi industriale, rientra nel conteggio di questo indicatore. In questo caso, per risorsa materica in uscita, non devono essere considerati i prodotti.
Categoria 06. Indicatori connessi alle risorse umane, asset, policy e sostenibilità (56-71)
Indicatori 56 e 67: Esiste differenza tra “formazione al personale sull’economia circolare” e “piani di formazione e informazione interni del personale sull’economia circolare”?
Si. Nel primo caso si parla della formazione specifica sull’economia circolare rivolti al personale, nel secondo caso si intendono i piani di formazione e informazione.
Indicatore 63: Bisogna considerare le certificazioni o anche le autovalutazioni?
Dipende dal livello di garanzia più è elevato più sarà necessaria la certificazione.
Indicatore 63: Chiarire eventuali limiti di accettabilità per considerare valido il «si»? Può essere scalabile a livello di intera organizzazione anche se indago una parte di essa? O un prodotto singolo rispetto al totale dei prodotti?
Se l’organizzazione ha effettuato valutazione tramite le due norme “sì”, altrimenti è “no”. Può essere scalabile dall’intera organizzazione a una parte e non viceversa. Inoltre deve essere coerente con il perimetro di valutazione che si sceglie.
Indicatore 65: Uno studio di decommissioning di impianto può essere tale per gli asset?
Il decommissioning di impianto può rientrare nel conteggio dell’indicatore se rispetta I principi dell’economia circolare.
Indicatore 71: Quando si fa riferimento a un sistema di gestione ambientale, si intende che sia certificato?
Dipende dal livello di garanzia più è elevato più sarà necessaria la certificazione.
Se ho più codici ATECO, come calcolo il livello di circolarità?
Se si hanno più codici ATECO si inserisce l’ATECO principale. Nel caso di attività differenti si raccomanda di effettuare due assessment diversi.
Quali indicatori bisogna considerare a denominatore?
Al denominatore vanno considerati tutti gli indicatori applicabili indicati dalla specifica tecnica (con l’eventuale sola esclusione degli indicatori 01, 13, 14, 18, 69 ,70 se non applicabili)
Se il livello di circolarità superasse il 100%, come ci si comporta?
In questo caso si deve arrotondare il livello di circolarità al 100%
Accredia pubblicherà una circolare per il processo di certificazione della specifica tecnica?
La circolare Accredia è disponibile a questo link
Se la mia organizzazione ha più siti con lo stesso processo, è possibile fare un solo campionamento? Se si, con quali con quali criteri?
Il campionamento si basa sul livello di garanzia che si vuole dare all’asserzione.
Cosa è e come funziona il Marchio UNI?
Il Marchio UNI rappresenta un’ulteriore garanzia che attesta la qualità di un prodotto, servizio, processo o professione già certificato secondo uno standard UNI. La gestione della concessione del Marchio UNI è affidata agli organismi di certificazione accreditati da Accredia. Per la certificazione di terza parte della UNI/ TS 11820:2022 il Marchio UNI “verified claim” è un requisito di certificazione. Maggiori informazioni a questo link
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