Notizie | 10 Dicembre 2021

Combustibili solidi secondari: i lavori in corso

Parola agli esperti su rilevanti norme di settore che hanno contribuito a sviluppare. Oggi parliamo di CSS (Combustibili Solidi Secondari).

Nel campo dei CSS (Combustibili Solidi Secondari) i lavori di normazione sono sempre molto attivi, in ambito nazionale, europeo e internazionale. Con un ruolo di primo piano svolto dal CTI – Comitato Termotecnico Italiano…

css combustibili 1000

di Mattia Merlini
Project Leader della UNI/CT 283 “Energia da rifiuti” del CTI

Il corpus normativo, riguardante i combustibili solidi secondari, si arricchisce di nuovi documenti che stanno cambiando il contesto normativo in ambito nazionale, europeo e internazionale.

Le attività hanno preso il via nel 2015 a livello ISO grazie al comitato tecnico ISO/TC 300Solid recovered materials, including solid recovered fuels” che si occupa di normare non solo i Combustibili Solidi Secondari (CSS), come già fatto in passato dal CEN (con il CEN/TC 343), ma anche – in un futuro imminente – i materiali solidi recuperati (SRM) dai rifiuti non pericolosi, allo scopo di utilizzarli attraverso recupero e riciclaggio in un processo successivo. Quale? Il riciclaggio chimico attraverso pirolisi o gassificazione che generano materie prime secondarie, veri intermedi di processi chimici di “ricostruzione” del materiale originale da cui derivano o l’inglobamento di minerali generati dalla combustione dei CSS nella produzione di cemento.

frase css combustibiliIl ruolo del CTI – Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente è stato di primissimo piano grazie alla Commissione Tecnica UNI/CT 283 “Energia da rifiuti” che interfaccia tutte le attività di normazione sui CSS, sia in ambito CEN che ISO.
E non è tutto. Il CTI coordina anche i lavori del WG 5 (“Chemical tests and determination of biomass content“) dell’ISO/TC 300 che ha elaborato la norma tecnica che definisce i metodi per la determinazione del contenuto di biomassa nei combustibili solidi secondari (la UNI EN ISO 21644:2021) e le norme che descrivono i metodi chimici per la determinazioni dei principali elementi chimici presenti nei CSS (la UNI EN ISO 21663:2021 “Combustibili solidi secondari – Metodi per la determinazione del contenuto di carbonio (C), idrogeno (H), azoto (N) e zolfo (S) mediante metodi strumentali”).

Il castello normativo si basa interamente sulla UNI EN ISO 21640:2021 (“Combustibili solidi secondari – Classificazione e specifiche”) che definisce un sistema di classificazione per i combustibili solidi secondari (CSS) e uno schema contenente una lista di caratteristiche per la definizione delle loro proprietà.
Di fatto la norma – sviluppata dalla precedente UNI EN 15359 – ha l’obiettivo di agevolare i rapporti tra i produttori di CSS e gli utilizzatori (cementifici, inceneritori e centrali termoelettriche), agevolando il commercio e l’utilizzo di tali materiali.

Il CSS è un combustibile solido alternativo, ottenuto da rifiuti non pericolosi, che offre una serie di vantaggi in termini economici e ambientali, grazie alle sue proprietà specifiche.
Il sistema di classificazione si basa su tre importanti parametri: un parametro economico (il potere calorifico inferiore – PCI), un parametro tecnico (il contenuto di cloro) e un parametro ambientale (il contenuto di mercurio). Tali parametri forniscono agli operatori che lo producono e che lo utilizzano una panoramica immediata del combustibile, grazie a una precisa classificazione che prevede per ciascun parametro suddetto 5 classi (dalla classe 1, la più performante, alla classe 5, quella meno performante). Per essere conforme alla UNI EN ISO 21640 non è sufficiente che il CSS rientri in una delle 5 classi definite per ciascuno dei tre parametri di classificazione (PCI, contenuto di cloro e di mercurio), ma è anche necessario che siano individuate e definite altre specifiche, ovvero altre proprietà come ad esempio il contenuto di umidità e di ceneri.

L’interesse e le applicazioni dei CSS sono tali che sono 20 i paesi che stanno partecipando alla stesura delle nuove norme ISO: dal Giappone alla Cina, dal Canada alla Germania, dalla Corea del Sud alla Finlandia che detiene la segreteria dal 2015.
In Italia il Decreto 14 febbraio 2013 n. 22, recante la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto di determinate tipologie di CSS, ha introdotto i CSS-Combustibile, utilizzabili solo ed esclusivamente nei cementifici con una produzione di clinker superiore a 500t/giorno e nelle centrali termoelettriche con potenza termica superiore a 50 MW.
Il mercato nazionale, seppur non privo di difficoltà, segna un 130.000 t/anno autorizzate (anno 2020) per l’utilizzo di CSS-Combustibile nei cementifici, il settore maggiormente interessato dall’utilizzo di questo combustibile solido.

Un’altra norma fondamentale su cui gli esperti hanno lavorato moltissimo è la UNI EN ISO 21637:2021 (“Combustibili solidi secondari – Vocabolario”) che fornisce le definizioni e i termini utilizzati da tutte le norme ISO sui CSS.
Le norme sui CSS comprendono anche quelle sui metodi di campionamento, come la UNI EN ISO 21645 che specifica i metodi (manuali e meccanici) per prelevare campioni di combustibili solidi secondari dagli impianti di produzione, dai materiali in ingresso o dai materiali stoccati. Di recente pubblicazione anche la UNI EN ISO 21656 che specifica i metodi per la determinazione del contenuto di ceneri, la UNI EN ISO 21660-3 che specifica un metodo per la determinazione dell’umidità del campione per analisi generale, in conformità alla CEN/TS 15415-1, mediante essiccazione del campione in stufa e la UNI EN ISO 22167 che fornisce i requisiti e un metodo per determinare il contenuto di materia volatile dei combustibili solidi secondari.

Le attività andranno avanti anche nei prossimi anni poiché i sei gruppi di lavoro dell’ISO/TC 300 dovranno completare il quadro, supportando le necessità di un mercato in continua e costante evoluzione, non solo in Italia. In particolare l’attività del WG 5, l’unico ad essere coordinato dall’Italia, si focalizzerà sulla ISO/AWI 4349 che ha l’obiettivo di fornire un metodo per la determinazione del cosiddetto Recycling-Index e sulla ISO/PWI 3884 che consentirà la determinazione del contenuto di alluminio, calcio, ferro, potassio ed altri elementi.

Mattia Merlini
Project Leader della UNI/CT 283 “Energia da rifiuti” del CTI