Storie | 13 Ottobre 2022

Antonio Sansonetti – La normazione per i beni culturali

Per il suo patrimonio artistico e culturale, il nostro Paese è oggetto di ammirazione su scala mondiale.
Oltre 2000 parchi archeologici, 43 siti Unesco (e più di 3400 musei) testimoniano una ricchezza che va tutelata e valorizzata. Parlare quindi di conservazione dei beni culturali significa addentrarsi in un campo in cui l’Italia ha sempre fatto da modello in ambito internazionale.
Questo ruolo di leadership è confermato anche nel campo della normazione tecnica.

Intervista

Antonio Sansonetti

Primo Ricercatore Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale

Costituito nel 2002 (giusto 20 anni fa!), il CEN/TC 346 “Conservation of Cultural Heritage” è sempre stato guidato dal nostro Paese.

Antonio Sansonetti, del CNR-ISPC (Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale), lo presiede dal 2021 coordinando un lavoro di grande complessità, articolazione e… ovviamente delicatezza. E a conferma di una attività tanto importante quanto variegata – in cui si intrecciano molte discipline, scienze e professioni – proprio Antonio Sansonetti ha ricevuto nelle scorse settimane un significativo riconoscimento: candidato da UNI, ha vinto infatti per la categoria ricercatori/innovatori lo Standards+Innovation Award, un premio che – da quando è stato istituito quattro anni fa – si propone di riconoscere il valore e il contributo della ricerca e dell’innovazione nel mondo della normazione.

Ma qual è il ruolo della normazione nel campo dei beni culturali?

La conservazione dei beni culturali è indubbiamente un campo molto complesso”, spiega Antonio Sansonetti. “Se intervenire su un singolo bene è sempre un caso a sé stante, tuttavia tutto ciò che sta a monte dell’intervento vero e proprio può essere oggetto della normazione. Ad esempio nel campo della conoscenza dei materiali. Conoscere i materiali è fondamentale e questi metodi di conoscenza devono essere adeguatamente normati, in modo che i risultati che si conseguono possano essere confrontabili e misurabili.

La normazione ha quindi molto da offrire e vasti ambiti di applicazione.

Sicuramente. A titolo di esempio”, prosegue Sansonetti, “possiamo citare le linee guida per applicare un prodotto su una determinata superficie. Per quanto riguarda i materiali lapidei molto è stato fatto. Ma un campo in cui le norme sono risultate particolarmente fondamentali è quello della terminologia. Nella definizione di glossari di termini, dunque. Indispensabile ad esempio quello sulla morfologia del degrado.

Una attività, quella della normazione tecnica, che va avanti incessantemente e che segue le frontiere più innovative.

Il Comitato CEN (il CEN/TC 346, n.d.r.) sta lavorando su tanti fronti. Per citarne uno, quello delle vetrine da esposizione per i musei. E in particolare nel WG 3 (“Porous inorganic materials constituting cultural heritage”) si sta lavorando a una norma che riguarda la desalinizzazione dei materiali. I sali solubili sono infatti un grande fattore di degrado. Ma anche nel campo della pulitura dei materiali c’è una intensa attività normativa in corso. Si pensi che per la pulizia delle superfici si possono usare organismi viventi oppure enzimi per intervenire in maniera estremamente selettiva senza pericolo di intaccare le superifici che si vogliono invece conservare.

Un punto dolente è forse il grado della conoscenza e della diffusione delle norme tecniche tra chi opera nel mondo della conservazione del patrimonio culturale.

Effettivamente c’è molto lavoro da fare su questo versante. E non è facile perché il campo della conservazione dei beni culturali è molto disperso. Ci sono moltissime professionalità anche molto diverse tra loro: restauratori, curatori museali, i conservation scientist. Va fatto un grosso sforzo per far conoscere le norme agli addetti ai lavori.

Il lavoro appassionato di Antonio Sansonetti e di tutti gli esperti che forniscono con dedizione il loro contributo di professionalità ai tavoli di normazione a livello internazionale, europeo e nazionale (in ambito nazionale il tema viene gestito e coordinato dalla Sottocommissione SC 01 “Beni culturali” che opera in seno alla Commissione tecnica “Prodotti, processi e sistemi per l’organismo edilizio”) può aiutare molto a raggiungere questo obiettivo.

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