X
Sono stati quattro giorni di intenso lavoro per la sottocommissione ISO/TC 131/SC 4 “Connectors and similar products and components” e per i suoi cinque gruppi di lavoro (WG1, WG2, WG4, WG6, WG9) che anche quest’anno, dopo il successo degli incontri organizzati negli anni precedenti, si sono riuniti nuovamente a Milano, presso l’UNI, dal 7 al 9 novembre.
In particolare va ricordato che all’Italia è affidata la segreteria del WG4 “Hydraulic and pneumatic quick-action couplings”, il gruppo che si occupa di innesti rapidi per idraulica e pneumatica, raccordi che permettono di collegare e scollegare in modo rapido e sicuro i tubi flessibili, parti di macchine ad attrezzature che usano energia ottenuta mediante l’uso di fluidi idraulici o pneumatici.
Il gruppo è stato riattivato nel 2008 (prima era gestito dall’ente normatore statunitense) e da allora ha realizzato - in collaborazione con diversi rappresentanti dei costruttori di questi prodotti - due nuove norme sugli innesti rapidi a vite che vengono utilizzati soprattutto da operatori che lavorano su macchine movimento terra e che utilizzano utensili e attrezzature idrauliche.
Queste norme riguardano gli innesti rapidi a vite sia per media pressione (ISO 14541:2013 adottata in Italia come UNI ISO 14541 "Oleoidraulica - Dimensioni e requisiti degli innesti rapidi con sistema di connessione a vite per impieghi generali"), sia per alta pressione fino a 720 atmosfere (ISO 14540:2013 adottata in Italia come UNI ISO 14540 "Oleoidraulica - Dimensioni e requisiti degli innesti rapidi con sistema di connessione a vite per impiego alla pressione di 72 MPa (720 bar)"). E infine è stata aggiornata la norma ISO 7241:2014 "Hydraulic fluid power - Dimensions and requirements of quick-action couplings", sulle dimensioni e i requisiti per gli innesti rapidi cosiddetti “ISO A e ISO B”.
“Inoltre - sottolinea Giovanni Stucchi (STUCCHI S.p.A.), coordinatore del gruppo di lavoro ISO e del corrispondente GL nazionale (CT 048/GL04) - stiamo revisionando altre due norme: abbiamo appena pubblicato l’aggiornamento di una parte della ISO 15171 “Connections for fluid power and general use - Hydraulic couplings for diagnostic purposes - Part 2: Coupling with M16 x 2 end for connection under pressure” e stiamo aggiornando la vecchia ISO 7241-2 (Hydraulic fluid power - Quick-action couplings Test methods) sui metodi per sottoporre a prova gli innesti rapidi, che cambierà numero e sarà pubblicata come ISO 18869".
A conclusione della tre giorni ISO si è svolta la riunione plenaria della sottocommissione 4 durante la quale sono state ratificate le principali decisioni inerenti l’attività dei singoli gruppi di lavoro.
“Per quanto riguarda il WG4 - spiega Stucchi - è stato deciso di processare come FDIS (Final draft international standard) la norma ISO 18869 sui test; inoltre abbiamo assegnato un nuovo project leader (tedesco) per la norma ISO 16028 “Hydraulic fluid power - Flush-face type, quick-action couplings for use at pressures of 20 MPa (200 bar) to 31,5 MPa (315 bar) - Specifications” e infine abbiamo coniato nuove definizioni sugli innesti rapidi che verranno proposte per essere utilizzate per modificare la norma ISO 5598 che riguarda appunto la terminologia (Fluid power systems and components - Vocabulary)”.
"Le norme - secondo Stucchi - sono documenti nei quali vengono travasate le esperienze di anni di lavoro, strumenti che raccolgono il know-how dei maggiori esperti nazionali e internazionali e che - proprio per questo motivo - aiutano le imprese a fare chiarezza su alcune tematiche di specifico interesse.
Anche la terminologia comune aiuta la diffusione di questo know-how ormai consolidato. Se poi le norme sono fatte bene, definiscono vincoli precisi ma non troppo stringenti, possono senz’altro aiutare a sviluppare le proprie attività produttive”.
“Per noi le norme non hanno rappresentato una costrizione - conclude Stucchi - non hanno assolutamente inibito il nostro business ma l’hanno anzi favorito. Come tutti coloro che partecipano a questi tavoli di lavoro, sia che si tratti di grossi produttori sia di realtà più piccole come la nostra, abbiamo messo a disposizione il nostro know-how a favore di tutti. Questo però non ci ha impedito di continuare a crescere: altre aziende hanno realizzato i prodotti simili ai nostri e anche noi continuiamo a produrli e questo è un beneficio per tutti, per la concorrenza, per il mercato e per gli utilizzatori finali… È un circolo virtuoso!”.